La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
D&G….e la Cina.
22/Novembre/2018
Attualità

di Lorenzo Guidantoni

La casa di alta moda Dolce e Gabbana - D&G - subisce, in Cina, una punizione esemplare, a causa di tre brevi video, postati sulla pagina ufficiale di Stefano Gabbana. Nel filmato, una ragazza cinese mangia pizza, spaghetti e un cannolo. L'arrivo del dolce è però seguito da una scritta, traducibile in "forse è troppo grande per te", con chiari riferimenti sessuali oltre che alle fattezze fisiche degli asiatici.

C'è voluto poco tempo affinché, su internet, si scatenassero le reazioni degli utenti, sentitisi offesi dallo spot. In particolare, una ragazza cinese, residente a Londra, sembra abbia avuto uno scambio di commenti, con Stefano Gabbana, conversazione conclusasi con una serie di epiteti e volgarità da parte dello stilista. La casa di moda si difende, ufficialmente, dietro il presunto hackeraggio della pagina social. Tesi difensiva non nuova, questa, in simili casi.

Sulla scia di questa vicenda, D&G ha dovuto subire la reazione di Pechino, con grave danno della sua immagine, per cui ha dovuto annullare un mega evento, a Shangai,da 20 milioni di euro, comprensivo di una sfilata da un'ora (di solito durano 15 minuti), di 400 modelle e 1.500 ospiti già invitati.

"Nel bene e nel male, purché se ne parli" scriveva Oscar Wilde, creando quello che è diventato lo slogan del marketing e dei pubblicitari di tutto il mondo.

Ciò che il mercato non ha ancora capito, però,  è che esistono Paesi dove l'etica di Stato, o la morale religiosa, frenano come un muro la penetrazione di immagini, parole, e messaggi impliciti, ossia l'anima della pubblicità, il cui compito è quello di attirare attenzione sul prodotto, ad ogni costo.

In Occidente, un sistema di comunicazione aggressivo ha già da tempo penetrato le nostre coscienze, lasciandoci quasi indifferenti di fronte ad ogni tipo di provocazione, ma ciò non deve distogliere le multinazionali e le aziende nostrane da un giusto approccio verso Paesi come la Cina.

Quello che arriva da Pechino è un messaggio forte e chiaro, "di rispetto" rivolto ad un mondo occidentale che continua a non capire la sensibilità orientale su certi temi.