La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Costi-benefici: occorre però la visione!
14/Novembre/2018
Politica Economica

Il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli incontrerà il suo omonimo francese, la Ministra Elisabeth Borne, che ha già anticipato, qualche giorno fa, di poterlo rassicurare sulle intenzioni della Francia riguardo la realizzazione della TAV.

Qui da noi, dopo l'importante manifestazione di Torino dell'8 novembre, per il SI alla Tav, che ha raccolto più di 30.000 persone in piazza, si continua a discutere del famoso rapporto "costi-benefici", fortemente voluto dal Ministro Toninelli per alcune opere infrastrutturali in cui l'Italia si è già impegnata con l'Europa.

Partiamo da una notizia venuta alla luce pochi giorni fa, dopo la protesta del PD Davide Gariglio, che richiedeva gli atti ufficiali delle nomine della Commissione per lo studio dei costi-benefici,  i quali, stando alle carte, ancora sono fermi alla Corte dei Conti, per ulteriori rilievi.

Secondo il Ministro, questo non significa che fino ad ora non si sia lavorato a tale documento, i cui risultati sembrano essere diventati di importanza capitale per le valutazioni del Governo sul tema Tav,quanto su Tap e Terzo Valico, almeno dal punto di vista dei grillini.

Su i risultati dello studio "costi - benefici" andrebbe, però, fatta una riflessione a monte. Se è vero che i numeri non mentono mai, i calcoli basati su numeri indefinibili o incerti, come gli imprevisti in corso d'opera, conducono a risultati sbagliati.

Se i dati contabili dei costi collegati alla Tav sono difficili da decifrare con precisione assoluta, mettere a bilancio i benefici, materiali ma soprattutto immateriali, diventa impresa ancora più ardua.

I vantaggi immateriali provenienti dalla realizzazione della Tav, come la riduzione dei tempi di percorrenza fra Italia e Francia, oltre che il benessere creato a seguito della realizzazione dell'opera, con l'indotto ad essa associato, non sono prevedibili o quantificabili, se non con un ampio margine di errore.

Le più grandi opere infrastrutturali al mondo sono state portate a compimento con costi spesso superiori alle attese, ma sulla base di un obiettivo, quel benessere materiale e immateriale di cui sopra,che ne giustificava sempre la realizzazione.

Se ci si fosse fermati a pensare al costo della realizzazione della Torre Eiffell, oggi, probabilmente, la Francia non sarebbe il primo Paese europeo per numero di turisti. Questo discorso può essere esteso alla Metropolitana di Mosca o al  Ponte di Brooklyn che, iniziato nel 1863 e inaugurato nel 1883, finì per costare 15.6 milioni di dollari (!), divenendo, però, in breve tempo, opera centrale per la sua utilità di collegamento ed icona del nuovo mondo.

L'obiettivo della Tav è lo stesso della maggior parte dei progetti europei relativi alle infrastrutture: diminuzione dei tempi di percorrenza, costo inferiore per il trasporto di beni, minor impatto ambientale rispetto agli attuali metodi di movimentazione delle merci, occupazione.

Le infrastrutture materiali, per questi motivi, restano centrali nello sviluppo economico e sociale a cui aspira l'Unione Europea.

Se dallo studio dei "costi- benefici" dovessero uscire numeri negativi e l'intenzione di interrompere i lavori della Tav, al di là della pessima figura dell'Italia, dell'isolamento e di possibili battaglie legali e cauzioni da pagare, al Governo compete trovare soluzioni alternative, dal momento che, e ne siamo tutti consapevoli e convinti, i suddetti obiettivi – e, cioè, di migliorare le condizioni economiche, sociali e civili del territorio- vadano perseguiti.

 

 

 

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