La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Se l'offesa è una scelta, la difesa è legittima?
21/Settembre/2018
Politica

Sulla legittima difesa si sta sviluppando, come era prevedibile, una intensa dialettica tra organi dello Stato.
L'Associazione dei Magistrati, professa cautela, affermando che il progetto di legge al riguardo è rischioso.
Matteo Salvini difende il testo, accusando a sua volta la magistratura di "invasione di campo".
Indubbiamente, va affermato il principio della adeguata reazione, proporzionale in un confronto fra offesa e difesa.
Il sentimento generale è che l'Italia sia diventata zona franca per chi delinque, soprattutto nel caso di reati minori, i quali, però, spesso sfociano in vere e proprie tragedie; da qui, il buon senso esprime la legittimità della difesa.
Il nostro scarso senso di società civile e di Stato, si riflette anche in questo contesto: fin tanto che non si viene toccati personalmente da un torto subito, si fa appello ad un'etica del perdono sempre più confusa e aleatoria (v. casi del benzinaio Stacchio, in provincia di Vicenza o del gioielliere di Napoli che uccide un rapinatore mascherato da Hulk).
Al riguardo, emblematico il caso dello scrittore Maurizio Corona, il quale, ospite di un programma televisivo, ha rivisto la sua posizione sul tema, qualche tempo fa, dopo essere stato coinvolto, in prima persona, in una pesante violazione del suo domicilio.
Nello specifico, ha raccontato di come "un branco di giovinastri" abbia sfondato la vetrina della sua bottega (definita "tana"), utilizzando una delle sculture da lui eseguite e lasciate per strada, in mancanza di spazio.
Lo scrittore, comprensibilmente preoccupato, anche per la presenza, in casa, della figlia, ha preso un'ascia ed ha inseguito i malviventi, i quali, a suo dire, non si sarebbero fermati ad affrontarlo, poiché "senza palle".
Egli, con calore, ha lamentato di come non si viva più in pace, nemmeno in montagna, in un Paese che non ha nè più etica nè rispetto.
Alla fine, sull'onda dell'emozione, ha dichiarato che se fosse riuscito a raggiungerli, li avrebbe "tagliati a fettine".
Premettendo la sua storica appartenenza politica "a sinistra", egli ha dichiarato, dopo il fatto occorso, che avrebbe seguito la vicenda "da destra", giustificando una reazione (che suona più come un grido di battaglia che non come una riflessione) del tipo: "ti sparo, ti faccio a fette!".
Una posizione del genere, alla luce dell'evento esposto, è umana e comprensibile.
E' altrettanto legittimo, però, fare una considerazione più ampia su come, con riguardo a certi temi, la sensibilità del cittadino sia fredda e politically correct solo quando non si è personalmente coinvolti; se lo si è, l'atteggiamento è diverso, e diviene "di destra".
Si deve concludere che, nella sensibilità umana, prevale l'orientamento del "Nimby" (not in my backyard), trasferibile, in maniera più popolare, nella frase del finanziere Stefano Ricucci: "E' comodo fare il gay con il c*** degli altri!".