La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Burocrazia: un mostro sulla strada della crescita
11/Ottobre/2018
Politica Economica

Nella stretta strada che conduce alla crescita, necessaria per sostenere gli oneri di bilancio, si aggira un mostro del quale si conosce il nome: la burocrazia.
La macchina burocratica, nata come filtro utile allo Stato per il controllo e la limitazione di possibili irregolarità, si è trasformata, nei decenni, in un gigantesco ingranaggio capace di frenare molte delle iniziative utili allo sviluppo, spesso ostacolandone la nascita stessa. Pensiamo, in particolare, alle aziende di piccole dimensioni, impossibilitate a difendersi dalla complessa rete nella quale vengono imbrigliate.
Recentemente, l'Osservatorio CNA ha fatto luce proprio sulle difficoltà di avviare una libera impresa, focalizzando l'attenzione su aziende medio-piccole come i bar, saloni di bellezza, autoriparazioni, gelaterie etc.
Nello studio vengono elencati l'infinita serie di costi e tempistiche – spesso neanche precisamente calcolabili per la loro complessità - capaci di scoraggiare l'imprenditore più entusiasta.
Per dare idea di quello che è diventata la burocrazia in Italia, si prenda ad esempio il caso dell'avvio di un salone di acconciature. Esso richiede 65 adempimenti e la necessità di interfacciarsi con 26 enti diversi, prima di ricevere il primo cliente.
Questa jungla di carte e permessi smorza sul nascere ogni velleità imprenditoriale e trasforma il volenteroso imprenditore in un pericoloso "fuorilegge" che opera senza chissà quale carta bollata, in un far west grottesco, dove lo sceriffo reprime i propri concittadini invece che assicurarne la libertà di azione.
Quello della burocrazia è un problema noto ad ogni livello della società e della politica, sia locale (comuni, province, regioni) che nazionale, ed investe anche le grandi aziende multinazionali, diminuendo l'attrattività del Paese, per eventuali iniziative produttive.
Nel parlare di investimenti pubblici e grandi società coinvolte, specificatamente nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni, il Sole 24 Ore ha calcolato che il 54,3% del tempo di lavoro viene speso nell'assolvimento di carte, permessi, certificazioni etc., dopo aver atteso mesi per il solo avvio del progetto (leggasi di nuovo carte, permessi etc.)
In questa ossessiva richiesta di certificazioni e controlli, il Corriere della Sera dell'8 ottobre, con un articolo di Paolo Foschi e Milena Gabbanelli, riporta come l'evasione dei contributi pensionistici ammonti ad 11 miliardi di euro annui, in aumento rispetto al passato, proprio a causa dell'accentramento burocratico e dei controlli inefficaci da parte del Ministero del Lavoro.
La domanda allora sorge spontanea : perché nessuno, da anni, riesce a snellire la burocrazia e a migliorarne l'efficacia dei risultati?
La realtà parla di un sistema ancora scarsamente digitalizzato, divenuto cosi complesso, autoreferenziale ed incontrollabile, perché pesantemente connesso alla macchina statale - che nutre ed assolve allo stesso tempo – e per il quale ogni intervento di riforma parziale è fin qui risultato inutile.
Nell'ambito della nuova epoca digitale e con la necessità di aumentare la produttività, una legge che riformi veramente, in ogni ambito, la quantità di carte, assolvimenti ed oneri, dovrebbe essere considerata, se non urgente, quanto meno di primaria importanza.
Essa invece sembra essere ancora in fila, insieme ad altre, in attesa che arrivi il suo turno, allo sportello delle priorità dei vari Governi.
E' doveroso, però, tenere da conto che, al di là dei fenomeni denunciati, esiste un problema di fondo che consente di alleggerire la posizione del responsabile di ogni area burocratica.
Le leggi, abbastanza contorte, che si sono sedimentate nel corso del tempo, hanno creato una matassa intricata per la quale dovremmo ringraziare quegli eroi che hanno il coraggio di firmare documenti, prendendosene il relativo carico di responsabilità.
La deresponsabilizzazione è frutto di una tale anomala situazione. Esortiamo i burocrati ad impegnarsi e lavorare con professionalità e celerità, aiutandoli, però, credo un background normativo possibile e facilmente interpretabile.