La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
BOT di scopo
19/Giugno/2019
Politica Economica

La politica espansiva sostenuta da questo Governo, e per la quale non possiamo che essere favorevoli, trova un limite nel calo degli investimenti e dei consumi, accompagnati da scarsa fiducia da parte degli organismi produttivi, nelle prospettive del nostro Paese.

Il circuito negativo che si è innescato è, almeno in parte, originato – in riferimento agli investimenti – nella carenza di liquidità da parte delle imprese, dal contenuto sostegno del sistema bancario e creditizio, e dal contestuale ritardo dei pagamenti della PA alle imprese.

Circa questo ultimo punto, si è prospettata la creazione dei MINIBOT.

La relativa discussione delle ultime settimane,  continua a dividere i promotori della Lega e dalla maggior parte degli economisti, che li hanno già ribattezzati come una farsa molto pericolosa per l'Italia. 
Secondo molti esperti di regolamentazione europea, i MINIBOT sarebbero bocciati da Bruxelles e, già nelle sole intenzioni, conterrebbero un messaggio implicito di una ItalExit imminente.

Nel dettaglio, volendo riassumere sinteticamente, i MINIBOT non sarebbero autorizzati perché:

  • la moneta a corso legale può essere stampata solo dalla BCE;
  • la moneta non a corso legale non può avere un cambio ufficiale, non avrebbe garanzia e non potrebbe essere emessa dalla Banca D'Italia;
  • la trasformazione in titoli senza scadenza sarebbe irrimedimibile senza cedola, avendo valore zero;
  • la trasformazione in titoli con scadenza sarebbe l'equivalente di un altro titolo di Stato e aumenterebbe il debito pubblico.

Ciò premesso ci sentiamo di avanzare una proposta per allargare il dibattito e rendere possibile, dal nostro punto di vista e capacità di valutazione, la nascita di uno strumento che aiuti il superamento del problema dei pagamenti da parte della PA verso le imprese.

I "BOT di scopo" avrebbero:

  • scadenza triennale e mini cedole;
  • non ci sarebbe possibilità di circolazione ma dovrebbero essere utilizzati – da chi non ha la forza di tenerli in portafoglio – per essere dati in pegno alla Banca di riferimento, ricevendone lo sconto, al netto di oneri contenuti. 
  • le banche, a loro volta, forti di una notevole liquidità, avrebbero la possibilità di importanti investimenti, guadagnando probabilmente anche nuova clientela, in una azione di tutta sicurezza, con la garanzia al 100% dello Stato; 
  • da questo processo scaturirebbe un immediato travaso di liquidità nel sistema, attraverso le imprese che troverebbero sollievo nella loro attività operativa

L'obiezione che sarà fatta è che, con questa nuova strada, si trasformano debiti commerciali (dello Stato verso le imprese) in debiti finanziari (dello Stato verso le banche). Altresì, l'aumento della spesa per interessi verso le Banche, potrebbe corrispondere alla remunerazione equivalente agli interessi legali, che già sono calcolati nel puntuale ritardo dei pagamenti della PA.

Se guardiamo al bilancio di un'impresa, questa differenza (debito commerciale/finanziario) non è assolutamente incidente: per lo Stato potrebbe esserlo?

Qui ci fermiamo, lasciando ai tecnici la possibilità di una soluzione, dal momento che da essa, forse, può scaturire la soluzione al problema di partenza dei pagamenti della PA, contribuendo ad un nuovo processo di crescita.