La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Un commosso ricordo di Giorgio Szego
16/Aprile/2020
Attualità

di Ercole P. Pellicanò

La scomparsa di un accademico di alto livello e di un caro amico lascia sempre, inevitabilmente, una forte sensazione di smarrimento, soprattutto se succede nei giorni che stiamo vivendo. Ci si sente più deboli quanto più si vedono cadere delle colonne che hanno contribuito alla storia ed alla cultura del Paese.

Questo ho provato non appena sono venuto a conoscenza della dipartita di Giorgio Szego. 

Nella mia posizione di Presidente dell'Associazione Nazionale per lo Studio sui Problemi del Credito, ho avuto il privilegio di conoscerlo  e  frequentarlo. Classe 1934, alunno del Collegio Ghislieri di Pavia e laureato in Fisica, Giorgio è stato un illuminato Docente Universitario e brillante matematico, prestato, poi, all'economia ed al credito. 

La sua ricca carriera universitaria inizia, da Assistente Volontario, nel  Politecnico di Milano. Da qui, l'Università diviene la sua casa, vedendolo ricoprire diverse cariche nella professione  accademica, a livello nazionale e internazionale, divenendo, tra l'altro,Rettore dell'Università degli Studi di Bergamo, che lo ha adeguatamente ricordato in questi giorni. 

Ai vari ruoli ricoperti in diversi Atenei, Giorgio matura un'esperienza professionale altamente qualificata, nell'economia e nel credito. Consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dell'OCSE, Szego è stato Rappresentante italiano in vari Comitati CEE ed OECD(v.https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Szeg%C3%B6). 

Personalità eclettica e composta, Egli  lascia un vuoto nel Paese e , soprattutto, nelle menti di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare al suo fianco. 

A questa Associazione egli ha dato preziosi contributi con attiva partecipazione in qualche Giornata del Credito, attraverso relazioni illuminate, nonché preziosi consigli per gli aspetti organizzativi e divulgativi.

La commozione mi assale quando ricordo gli incontri conviviali a casa sua, dove, alla presenza della sua amata moglie Emilia, era possibile scambiare pensieri con esponenti accademici nazionali ed internazionali, di altissimo livello.

In tali occasioni, registravo il grande prestigio di cui godeva, ed annotavo come il suo carattere, che a volte poteva apparire burbero, non era altro che espressione di chiarezza di idee e di competenza profonda, che ben si univano ad una profonda umanità e delicatezza nei rapporti personali. Egli sposava in pieno il principio socratico per il quale "Il saggio è colui che sa di non sapere" e così, con umiltà, propria dei veri Maestri, Giorgio fingeva di essere un passo indietro per poi essere, invece, sempre, un passo avanti, aiutato da formule matematiche, complesse ma che Egli riusciva a rendere intellegibili. 

Uomo di indubbio carisma e innegabile fascino intellettuale, conquistava, ieri, chiunque lo incontrasse, e lascia, oggi, un grande rimpianto ed un incolmabile vuoto.

Ciao Giorgio!