La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Il 5G: velocità e rischi dei progressi tecnologici
14/Gennaio/2019
Attualità

di Lorenzo Guidantoni

Fra le ambientazioni più comuni nei film di fantascienza, si immagina un mondo in cui i robot lavorino alacremente al servizio dell'umanità in un rapporto di autonomia controllata. L'ambita ed esclusiva relazione fra l'uomo e le macchine ricalca da sempre quella subalterna e millenaria creatasi con gli animali, con una sostanziale differenza: le macchine, non avendo né istinto né coscienza, hanno bisogno di una volontà programmata, tramite la quale possano agire e, successivamente, comunicare.

Chi saranno dunque i latifondisti del futuro? Coloro i quali disporranno delle informazioni e degli accessi (esclusivi) provenienti dalle "macchine", i nuovi animali addomesticati.

In questo processo, il 5G è l'ultima accelerata impressa nella corsa alla massima velocità di trasferimento dei dati .

Sempre più spesso, in ambito tecnologico, ci si dimentica di come, un gradino sopra chi usufruisce del servizio, ci siano coloro i quali il sistema lo  calibrano e lo mettono a disposizione.In questo contesto, la guerra fra Stati Uniti e Cina, le vere potenze mondiali nel settore, è in pieno svolgimento, e sarà la chiave di volta per la futura supremazia tecnologica ed economica.

Il famoso 5G è una tecnologia che investe, in primis, sulla prossima automazione del mondo, essendo stata pensata per il suo utilizzo nell'industria, con l'aumento della connettività fra macchinari, al servizio dell'impresa 4.0 che verrà. Solo in parte essa sarà utilizzata per aumentare la velocità di trasferimento dei nostri smartphone, i quali poggiano ancora su 3G e 4G, già con ottimi risultati per l'uso prettamente domestico.

Entro il 2024 , la società Ericsson ha calcolato che saranno più di un miliardo gli abbonati a questo tipo di rete, con un importante impatto sull'economia, pari a 4,600 mld di dollari, ed una velocità di trasferimento dati che, al massimo delle sue potenzialità, potrà raggiungere i 10 gigabit al secondo.

Questo passaggio affronta delle criticità importanti. Innanzitutto, bisogna pensare all'aspetto della sicurezza che, relativamente al 5G, a detta di molti tecnici, è  ancora poco affidabile.

Il porto di San Diego, appena pochi mesi fa, ha subito un blocco dei processi logistici, per una settimana, a causa di un attacco hacker che ha impedito quasi tutte le operazioni quotidiane. Poco male, fin quando si tratta solo di una diminuzione temporanea della produttività: ma se un attacco hacker di questo calibro spostasse il suo obiettivo verso il traffico aereo o sul controllo delle telecamere in una città come Londra?

Altresì, il sistema 5G si trova ad affrontare difficoltà di implementazione tecnica ancora importanti: la distribuzione delle antenne deve essere ancora più capillare rispetto ai precedenti 3/4G, e questo comporta un maggiore costo per l'installazione fisica dei dispositivi, oltre che una bella incognita sull'impatto che possono avere dal punto di vista sanitario (tabù che prima o poi andrà affrontato seriamente, a fronte dei  risultati degli studi sulle interferenze create dalle antenne verso il nostro sistema cellulare e biologico).

Il Presidente Trump, in una delle sue ultime uscite, seppur contraddistinta dal solito folklore, si è spinto a sconsigliare pubblicamente l'acquisto di tecnologie Huawei, in quanto venderebbero le informazioni da esse provenienti al Governo Cinese, cosa che Apple e i grandi gruppi americani non farebbero nei confronti degli Stati Uniti.

L'argomento, tutt'altro che di colore se si pensa al successivo arresto, a causa del fenomeno denunciato, della CFO di Huawei, avvenuto in Canada, è centrale per l'Amministrazione Usa, in quanto, su temi quali il 5G, è proprio la società Huawei ad avere le maggiori conoscenze, ed essere quindi, in prospettiva, la più ricercata dal mercato occidentale per implementarne la tecnologia nei sistemi di produzione.

La nemesi degli Stati Uniti - ed in generale del mondo occidentale - rischia di essere rappresentata proprio da quel mercato che ha regolato i rapporti di forza nel corso dei secoli e che ora, per una causa che andrebbe ben analizzata (l' automazione esasperata ed i suoi effetti) rischia di spostare gli equilibri del mondo verso est, alla super velocità ben rappresentata dalle capacità della connessione 5G.