La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Visioni internazionali: l'Europa sarà gialla?
28/Marzo/2019
Attualità economiche sociali

di Lorenzo Guidantoni

La visita del Presidente Xi Jinping in Italia, pochi giorni fa, ha lasciato dubbi e preoccupazioni fra i partner europei. In particolare, il Presidente francese Macron è sembrato il più irritato dalla firma del memorandum, tanto da esprimere il proprio sentimento di contrarietà al Premier Conte nelle stesse ore di permanenza del leader cinese, a Roma.

Alla perenne ricerca di un ruolo da primo attore, Macron - che in Francia conta non pochi problemi nella gestione del clima sociale (v. gilet gialli)- ha cercato di interpretare la parte del difensore dell'unità d'intenti europei - spesso confinati in dichiarazioni corali tradite dai fatti – salvo poi accogliere, penna in mano, Xi Jinping, a Parigi, insieme ad Angela Merkel e Jean Claude Juncker.

Svestiti i panni del Laocoonte che intima all'Italia di non far entrare il "cavallo a Troia", Macron ha firmato accordi bilaterali da 30 miliardi di euro in favore della Francia, con la vendita di 300 aerei civili prodotti dal consorzio Airbus, la commessa per la costruzione di un parco eolico in Cina, ed altri lavori relativi alla fornitura e la costruzione di navi.

Messo in sicurezza un risultato concreto, a  distanza di poche ore il Presidente francese ha di nuovo richiamato, il "rispetto per l'unità europea", rimarcando la preoccupazione di una Cina che rischia di inserirsi come un serpente nel cuore dell'Europa, attraverso singoli accordi con i Paesi dell'Unione.

Ad onor del vero, nonostante un certo sarcasmo per atteggiamenti contraddittori sia naturale, Xi Jinping ha trovato a Parigi un muro più solido relativamente alla progettata Via della Seta. Il trio di paladini europei, pur ribadendo l'importanza di una partnership con la Cina, ha rimarcato con fastidio l'impossibilità dell'accesso agli appalti cinesi per le aziende europee, oltre alla situazione dei diritti per i lavoratori cinesi.

Xi Jinping, con calma orientale, dopo aver citato Confucio, ha preso atto di quanto dichiarato dai suoi interlocutori, ammettendo che: "Certo ci sono dei punti di disaccordo, c'è competizione tra noi, ma una competizione positiva e la cooperazione è importante. Stiamo avanzando insieme, non dobbiamo lasciarci dominare dalla diffidenza".

L'impressione, dal punto di vista cinese, è che il tempo ammorbidirà anche Francia e Germania nelle loro pretese. Pechino ha costruito la sua supremazia con pazienza, finezze politiche e finanziarie. La Cina avanza in Africa, laddove la Francia è già stata costretta a chiedere "collaborazione", nel timore di rinunciare ad una influenza storica  sul continente; Xi Jinping ha trovato in Italia un terreno fertile per i suoi progetti, facendo leva sulla nostra immancabile voglia di essere contesi fra le grandi potenze mondiali (una volta fra URSS ed USA, oggi fra USA e Cina); Trump è incalzato da tutte le parti, dal caso Huawei al debito pubblico in mano alle banche cinesi, con Pechino che sta raggiungendo gli Stati Uniti anche nel grado di conoscenze tecnologiche e militari.

Xi Jinping, le cui aziende statali, in Europa, hanno investito soprattutto in Germania e Francia, con l'Italia staccata di parecchi miliardi di euro, è conscio di questo quadro, e, tutto sommato, torna a casa insieme al suo imponente staff di 500 persone, con piena soddisfazione per la fruttuosa visita nella litigiosa Europa.