La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Prevenzione per i danni catastrofali
15/Novembre/2019
Attualità economiche sociali

L'acqua alta di Venezia rischia di avere una risacca potentissima, capace di far venire a galla le tante storture e mali del Paese in un solo colpo, ma può essere anche l'ennesima occasione per ripartire, percorrendo nuove strade nel segno del bene comune.

Nella cronaca di queste ore, a seguito della stima dei danni, il Premier Giuseppe Conte ed il Governo si affrettano ad imbastire tra le trame del bilancio, sostegni economici in favore dei proprietari di abitazioni e negozi colpiti "dall'acqua granda."

La dinamica del tragico evento ricalca quella di ogni catastrofe naturale italiana: scarsa prevenzione del territorio da parte delle autorità competenti, inefficace comunicazione, impreparazione dei cittadini, con conseguente massimizzazione dei danni subiti.

La ricerca dei colpevoli ed il dito puntato contro l'opera incompiuta di turno, in questo caso il Mose, vogliono lasciare in questo articolo il campo ad una proposta che non ci è nuova.

L'Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (ANSPC) vicina a questa Testata, richiama, da anni, attraverso convegni su tutto il territorio e  consultabili sul sito (www.anspc.it) la necessità di una partnership fra Stato ed Assicurazioni per la difesa e la prevenzione dai danni catastrofali, in particolare per le zone ad alto rischio sismico ed alluvionale.

Fuori dall'impatto emotivo di ogni tragedia, la cifra pagata dallo Stato per danni e ricostruzioni, a partire dall'Irpinia (1980) per arrivare agli ultimi terremoti nell'Italia Centrale del 2016, si attesta intorno ai 120 miliardi di dollari secondo il Swiss Re Institute, a circa 3 miliardi di euro annui per l'Ania.

La cifra monstre, anche se suddivisa in un arco temporale di quaranta anni, fa impressione;  ciò che fa ancora più paura, però,  è la certezze di una sua ulteriore crescita nel prossimo futuro, fra l'immobilismo della politica, fragilità del territorio e rapidi mutamenti climatici.

In questo senso, le soluzioni possono essere molteplici e spettano alla politica, dopo la dovuta presa di coscienza anche da parte dell'opinione pubblica.

Se in alcuni Paesi l'assicurazione sulla casa è d'obbligo, ed imitare questo modello rischia di essere letale per ogni Governo, la soluzione va trovata per altre vie: sostenendo chi si assicura con agevolazioni fiscali, oppure effettuando un prelievo specifico dall'IMU, solo per fare qualche esempio.

Ma queste modeste proposte restano inascoltate, oppure vengono seppellite sotto la pietra della storia, con la complicità di una emotività che è tanto naturale, quanto dovrebbe essere necessariamente perimetrata per chi governa un Paese. 

Anche se guardare la realtà può essere doloroso, ci sentiamo di scrivere che davvero non è più il momento di chiudere gli occhi.