La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
L'evasione indecente in un altrettanto indecente labirinto fiscale e burocratico.
16/Dicembre/2019
Attualità economiche sociali

dì Lorenzo Guidantoni

"L'evasione è indecente, toglie soldi a stipendi e pensioni." Impossibile dare torto al Capo dello Stato che, il 10 dicembre, rispondendo alle domande degli studenti in visita al Quirinale ha nuovamente acceso i fari su una triste verità del nostro Paese: la tendenza all'evasione fiscale.

Se è difficile creare contradditorio sulle parole espresse dal Presidente, non è mistero di come la verità sia un sistema complesso di fattori e la distanza fra etica, ambizioni e necessità personali, con riflessi sulla società, è oggetto di riflessione quotidiana nell'azione di ogni cittadino.

Quella di Sergio Mattarella, guida simbolica del Paese, è una splendida lezione di educazione civica attraverso la quale prepara i giovani al rispetto di valori fondamentali per la comunità, nell'assolvimento di un obbligo, il pagamento delle tasse, tanto più etico in quanto gesto concreto.

Davanti a tale platea, il Presidente sorvola giustamente su tutte le criticità di un sistema apparentemente sempre più lontano dai contribuenti ed in totale affanno nel recuperare il dovuto.

Questi i numeri dell'indecente evasione fiscale italiana: 37 miliardi di Iva disattesa nel 2018 (primi nella zona UE); 32 miliardi di Irpef; 8.2 miliardi di Ires; 5 miliardi fra IMU ed imposte regionali varie, con un labirinto burocratico cosparso di trappole anche per il cittadino più volenteroso.

Il processo di digitalizzazione del Paese, particolarmente nella fiscalità, continua a svilupparsi in maniera anomala, con improvvise accelerazioni che trovano impreparato un personale cresciuto "penna alla mano", contorte trasformazioni dal cartaceo al web, scarsa comunicazione fra gli organismi di controllo. A testimonianza di ciò, si registrano le quotidiane rivendicazioni di commercialisti e liberi professionisti. Il numero di questi ultimi, nel periodo fra 2009 e 2018, è calato di oltre il 5% sul totale, anche causa dell'elevata pressione fiscale e delle difficoltà connesse alla contabilità.

E' questo un sistema che, non riuscendo a snellirsi, vuole reagire aumentando le pene previste, impugnando con frustrazione un inutile manganello contro lo sciame di evasori già troppo numeroso e furbo per essere spaventato da qualche, possibile ammenda in più, a fronte di un sistema giudiziario parallelamente lento ed impacciato, a sua volta oggetto di estenuanti riflessioni e discusse riforme.

Laddove non c'è programmazione dell'evasione, il rischio, soprattutto per imprese e liberi professionisti, è quello di perdersi per strada il pagamento di uno o più obblighi fiscali, nascosti nelle trame di formule astruse e calendarizzati nel corso di tutto un anno.

Il castello della fiscalità appare impenetrabile visto dall'esterno; è labirinto infernale per chi si trova coinvolto al suo interno: per questo motivo, snellire il sistema fiscale e burocratico deve essere la prima urgenza di ogni esecutivo, con l'obiettivo di aiutare cittadini e sistema produttivo a dare il meglio di sé fuori dall'Agenzia delle Entrate, lontano dagli uffici postali e dai ben noti castelli kafkiani dell'Inps.

Se questa è una verità troppo complessa da spiegare ai ragazzi, un problema per il quale la politica stenta a trovare soluzioni e, anzi, ne aumenta troppo spesso le complessità, ben venga la lezione di educazione civica del Presidente della Repubblica.

E' però doveroso ricordare che in pochi anni questi ragazzi conosceranno la complessità del quotidiano: il valore delle parole allora, sarà valutato dalla testimonianza della realtà, dal peso dell'esperienza.

La politica deve agire al più presto per non trasformare gli studenti di ieri negli sfiduciati cittadini di oggi. Fra le righe, il messaggio del Presidente, Sergio Mattarella, è stato anche questo.