La Rivista
2020
N° 1 - 2 Gennaio - Giugno 2020
Economia mondiale: inimmaginabile shock.
01/Aprile/2020
Attualità economiche sociali

di Mariana D'Ovidio

A seguito del dl "Cura Italia", l'Istat fa pervenire al  Parlamento una breve memoria. Tanto breve quanto chiara, incisiva e, soprattutto, allarmante. Si parla di uno shock inimmaginabile, afferma l'Istituto Nazionale di Statistica, per l'intera economia mondiale e, aggiunge, una cosa del genere non ha precedenti nel dopoguerra.  Nulla di nuovo per quanti seguono l'andamento dell'economia nazionale e mondiale ma, sicuramente, leggerlo nero su bianco e da una fonte tanto autorevole, lascia, senza dubbio, pensieri molto preoccupanti. Si torna indietro di un paio di mesi, verso metà gennaio, quando iniziò a diffondersi la crisi sanitaria, dapprima  in Cina, poi nell'estremo oriente e  successivamente nei paesi europei, proprio a partire dall'Italia, per toccare, infine, gli Stati Uniti. Tale crisi, come è noto, ha imposto limiti alla circolazione delle merci, delle persone e alle attività produttive sempre più stringenti,  tali da determinare uno shock di dimensioni immense e impensabili all'economia internazionale. L'Istat va avanti e scende nel dettaglio delle imprese, evidenziando come, secondo la classificazione in base all'attività prevalente, quelle che non vengono sospese sono poco meno di 2,3 milioni su 4,5 milioni (il 48,7% del totale). Inoltre, guardando al territorio nazionale, non è da sottovalutare il repentino calo dei consumi, che vede valori positivi solo per il settore alimentare. Andando avanti  con il protrarsi di queste chiusure e di quelle del terziario, come commercio, turismo, servizi, trasporti e professioni , il calo dei consumi potrebbe toccare i 52 miliardi.  Si parla di una "realistica ipotesi di riapertura del Paese solo all'inizio di ottobre" e questo dato è decisamente allarmante. L'unico comparto che cresce, come detto,  è quello alimentare con un aumento del 4,2% nel 2020 rispetto al 2019 mentre si prevede un crollo soprattutto per i trasporti (-12,7%), alberghi e ristoranti (-21,6%).